
Ecomostri nel Belpaese. Anche Milano ha i suoi “scheletri nell’armadio”
L’EXPO è ormai alle porte, ma i turisti che arriveranno a Milano troveranno anche qualche edificio che non rende giustizia alla bella città lombarda.
Se è vero che spesso gli ecomostri sono più concentrati verso il sud Italia – con la Puglia tristemente capofila – anche il nord non può gioire. Una interessante inchiesta di Corriere.it – a firma Stefano Landi/Duilio Piaggesi) ha messo Milano sotto la lente di ingrandimento, scoprendo edifici vecchi e pericolanti che andrebbero abbattuti ma, purtroppo, sono ancora in piedi.
Il primo caso segnalato è quello della residenza universitaria dedicata ad Einstein, vicino all’omonima scuola. L’idea era quella di sfruttare la palazzina di due piani come ricovero per gli studenti fuori sede, ma i residenti della zona – temendo la confusione dei futuri inquilini – protestarono e fecero fermare i lavori. Rimane uno scheletro di due piani.
Il quartiere Rubattino, fino al 1993, aveva la sua fabbrica, quella Innocenti che chiuse il 31 marzo 1993. Da allora quello che i residenti definiscono “Palazzo di cristallo è diventato un ricovero per nomadi e senzatetto in attesa di demolizione.
Ancora più incredibile la storia attorno all’Istituto Marchiondi, uno dei primi esempi di architettura Brutalista. Sorto nel 1953 a Baggio, è stato chiuso nel 1970. Il progetto è esposto al Moma di New York, l’edificio è in rovina e prigioniero delle Belle Arti.
Dello scalo ferroviario progettato da Aldo Rossi resta solo la struttura. Lo scalo di Porta Romana è da anni ricovero abusivo di tossici e disperati, di cui un centinaio vennero sgomberati un paio di anni fa. E poi “il cementone”… la vecchia sede de “Il Giorno”… una Milano brutta che le persone impegnate nella promozione dell’EXPO fingono di non vedere.
L’EXPO avrebbe potuto essere l’occasione per fare piazza pulita.
Avrebbe.