
Il mercato delle demolizioni nel 2016: quali sono le prospettive per il 2017? PARTE 1
Il parere di Emilio Omini, presidente di NAD.
Si avvicina la fine del 2016 ed è tempo di bilanci: Emilio Omini, presidente di NAD, Associazione Nazionale Demolitori Italiani ha esposto per la rivista Recover il proprio punto di vista sull’andamento del mercato delle demolizioni nel 2016 e le riflessioni e aspettative per il 2017.
QUALI SONO LE PROSPETTIVE DEL MERCATO DELLE DEMOLIZIONI IN ITALIA?
In Italia il mercato delle demolizioni ha tutte le caratteristiche per essere forte e stabile ma sempre più spesso si inseriscono fattori, esterni al mercato, che penalizzano la competitività.
Nel caso delle bonifiche, ad esempio, è molto difficile fare delle valutazioni precise e questo è ancora un deterrente per molte aziende.
COME SI RIPERCUOTE QUESTA SITUAZIONE SUL MERCATO?
Spesso accade che l’incertezza dei costi di bonifica genera una vera e propria paralisi del mercato. Gli interventi di bonifica sono spesso alla base di operazioni di riqualificazione più ampi e quindi, bloccandosi il primo step, è praticamente impossibile proseguire, lasciando in stand by un processo che poi necessita di anni per essere riavviato.
LA GESTIONE DELLE SICUREZZA E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE SONO TEMI SEMPRE PIÙ PRESENTI E IMPORTANTI PER LE OPERAZIONI DI DECOMMISSIONING. COME È POSSIBILE NON PENALIZZARE ECCESSIVAMENTE LE PICCOLE IMPRESE VISTO IL MERCATO ATTUALE?
Un primo passo è stato fatto con il riconoscimento da parte dei grandi Committenti dei costi fissi per la sicurezza e la tutela ambientale, facendo rientrare questo punto come importo non soggetto al ribasso nelle gare di appalto.
A mio avviso sono stati compiuti grandi passi avanti in termini di cultura della sicurezza e cultura ambientale: tuttavia questo cambiamento pesa in termini economici e in momenti di grande crisi, come ora, è penalizzante per le piccole-media imprese.
La proposta di NAD è quella di mettere sul tavolo delle trattative questo problema, favorendo un dialogo tra tutte le parti coinvolte e individuando, per quanto possibile, i reali costi della sicurezza in modo che una volta riconosciuti non pesino sulla singola azienda ma siano costi neutri.