
Demolizione intelligente: la situazione italiana
Mentre in altri paesi è diventata la regola, in Italia la demolizione intelligente è ancora poco utilizzata. Nel nostro paese si tende infatti ancora a prediligere una demolizione tradizionale, eseguita mediante sofisticati macchinari che accorciano i tempi, ma trasformano gli edifici in un blocco indifferenziato di macerie. Una pratica, questa della demolizione tradizionale, che riduce al minimo i materiali potenzialmente riciclabili.
La demolizione tradizionale poggia le fondamenta su un modello di economia lineare che non considera la possibilità di riutilizzare il materiale. Dalla demolizione, secondo questa concezione, si producono esclusivamente scarti da confluire in discarica o in misura minore scarti di bassa qualità (da avviare eventualmente al recupero ma solo dopo un adeguato e costoso trattamento di selezione).
Come invertire questa tendenza in direzione di un processo di demolizione intelligente a supporto dello sviluppo di un’economia circolare delle costruzioni? Un metodo è quello della demolizione selettiva degli edifici, una «tecnica di decostruzione» in grado di separare i rifiuti in composti omogenei.
Nel prossimo post vi daremo maggiori informazioni e dettagli su questa tecnica il cui scopo è aumentare concretamente il livello di riciclabilità degli scarti generati nei cantiere di demolizione, qualunque sia la struttura di partenza dell’edificio, secondo un approccio che privilegia l’aspetto della qualità del materiale ottenibile.