
Sicilia: mega intervento di decostruzione in tre fasi
In tema di grandi cantieri non c’è mai limite alla portata degli interventi. Tanto più se si tratta della decostruzione, studiata in maniera puntuale e su misura, di un .
È successo tutto a Scillato, in provincia di Palermo, nella valle del Torrente Imera, dove due viadotti, per un totale di 41 campate, 2.360 metri di lunghezza, lo scorso 10 aprile 2015 sono stati investiti da un movimento franoso, che ne ha pesantemente danneggiato uno – in direzione Catania – facendolo incastrare al di sotto di quello gemello.
Per fronteggiare la situazione, sono stati realizzati tre interventi:
- decostruzione della carreggiata in direzione Catania
- adeguamento della sottostante S.P.24 alla circolazione del traffico autostradale in variante
- realizzazione della bretella di innesto con l’autostrada
Prima di intervenire sul versante in frana, è stato impiantato un sistema integrato di monitoraggio topografico e geotecnico, per tenere sotto controllo la frana in continuo movimento.
Un’operazione senza precedenti, iniziata quasi un anno fa, che rappresenta il primo caso in Italia, ha spiegato l’ingegner Murrone, che ha sovrinteso ai lavori: «l’aspetto più straordinario dell’impresa risiede nelle fasi operative messe in atto, che fanno di questo intervento il primo caso in Italia (e probabilmente anche all’estero), in cui si è dovuto operare in questo modo per demolire una porzione di viadotto lunga 250 metri, che in precedenza si era “accasciata”, quasi incastrata sull’altro gemello, operando dapprima un distacco dei due manufatti, risollevando in posizione verticale quello da abbattere, prima di poter iniziare l’operazione di demolizione vera e propria».
La location del cantiere è stata peculiare, oltre che per la vastità dell’area di frana, anche per la conformazione orografica e morfologica, ma anche per le condizioni meteorologiche tipiche delle zone di montagna.
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