
Milano, secondo l’ultimo censimento degli ecomostri sono oltre 260 i palazzi abbandonati
Tra immobili dismessi e abbandonati, edifici incompiuti, altri completati ma travolti da fallimenti e mai neppure abitati, sono 260 gli ecomostri inseriti nel data base frutto di un recente monitoraggio del Comune.
In dettaglio sono centottanta, fino ad ora, gli stabili e le aree che gli uffici della Direzione Centrale Sviluppo del Territorio hanno censito e schedato in tre anni di lavoro certosino. A essi se ne aggiungeranno a breve 82, immobili di proprietà comunale per un totale di 262: 19 verranno demoliti.
Grazie al censimento — il primo mai realizzato a Milano —, questo immenso patrimonio potrà anche in parte essere rimesso sul mercato. Il data base è online sul portale del Comune e ogni cittadino potrà contribuire ad aggiornare la mappa segnalando stabili o aree abbandonate tramite l’apposita sezione.
L’assessore all’Urbanistica, Alessandro Balducci, ha illustrato in commissione consiliare il «Monitoraggio edifici e aree in stato di degrado», spiegando che «Milano non è Detroit, non è Lipsia». Una prima risposta all’interrogazione presentata dal consigliere di Sel, Luca Gibillini, «L’economia cambia veloce, il patrimonio edilizio si adatta lentamente. Si pensi al tema dell’obsolescenza degli edifici — un esempio è in via Zama, a Santa Giulia —, con la presenza di amianto che per gli operatori rende più conveniente trasferire gli uffici che bonificare».
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