Demolizioni

Buone notizie dall’ultimo rapporto Ispra: il riutilizzo delle terre da scavo riduce i rifiuti in edilizia

Il settore delle costruzioni chiude il 2015 in controtendenza positiva: a fronte di un aumento dei rifiuti pari al 3,5%, nell’ambito delle costruzioni si registra, infatti, un calo del 7,1%, pari a circa 3,7 milioni di tonnellate.
 
Complice anche la crisi del comparto, la produzione di rifiuti nel settore costruzioni cala, in particolar modo, per effetto del riutilizzo delle terre e rocce da scavo.
 
A registrarlo è l’Istituto per la ricerca e la protezione ambientale sui rifiuti speciali (Ispra), che in un rapporto evidenzia che il dato di produzione di rifiuti speciali non pericolosi derivante dalla banca dati MUD è aumentato del 3,5%, pari a quasi 2,3 milioni di tonnellate, nel 2015. Al contrario, per i rifiuti non pericolosi prodotti dal settore delle costruzioni e demolizioni si è osservato un calo pari al 7,1%, corrispondente in termini quantitativi a circa 3,7 milioni di tonnellate.
 
Il riutilizzo delle terre e rocce da scavo è stato regolato con il DM 161/2012, che ha individuato come “materiali da scavo” il suolo o sottosuolo, con eventuali presenze di riporto, derivanti dalla realizzazione di un’opera come scavi, perforazioni e infrastrutture in generale. Esclude, invece, i rifiuti provenienti dalla demolizione di edifici o altri manufatti. Il “materiale da scavo” è considerato sottoprodotto e può essere utilizzato se sono rispettate una serie di condizioni (ad esempio deve essere generato durante la realizzazione di un’opera e deve essere usato, senza ulteriori trattamenti, nel corso della sua esecuzione).
 
Queste regole, oltre alla crisi, hanno contribuito a far diminuire i rifiuti generati dall’attività edilizia. I materiali escavati, infatti, invece di finire in discarica sono stati reimpiegati nei cantieri.

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