
Paesaggio: ecomostri trentini da demolire
Sono 17 gli edifici segnalati dalle Comunità alla Provincia di Trento. Tra questi ex fabbriche dismesse che sono pezzi della storia industriale del Trentino, ex hotel in montagna e al lago, magazzini, malghe, baite e ruderi abbandonati. In una parola degli «ecomostri» perché da tanti anni deturpano il paesaggio.
Sono 17 quelli segnalati dai territori alla Provincia, che aveva chiesto alle Comunità di valle di stilare un elenco delle priorità in vista della riforma urbanistica in programma.
Nella lista ci sono sette strutture pubbliche: l’ex Anmil di Rovereto, l’ex Alumetal di Mori, l’ex Marsilli a Trambileno, l’ex balera a Carano, lungo la statale 48, l’ex magazzino comunale e un garage a Faedo. Ma la maggior parte sono immobili privati: il complesso alberghiero Tavola Calda a Tremalzo (di una società pubblico-privata in liquidazione), l’ex fabbrica di latterizi Copara a Piano di Commezzadura (andata in parte all’asta), l’ex Masera tra Castelnuovo a Scurelle, il rudere ex baita Schanzerin località Gardeccia a Pera di Fassa, l’ex colonia di San Giovanni Bosco in località Passo Cereda a Transacqua, la malga Laghetto a Lavarone, l’ex Hotel Ponale in frazione Biacesa a Ledro, l’ex stazione di Mostizzolo Cis e un insieme di edifici abbandonati a Rabbi.
La riforma urbanistica è previsto un capitolo ad hoc sulle demolizioni: al privato, che oggi non abbatte per timore di perdere i suoi diritti a ricostruire, sarà riconosciuto un aumento della cubatura fino al 20%, con la possibilità di realizzare altrove parte dei volumi, in accordo con il Comune.
E se non saranno, quindi, il buon gusto e il desiderio di restituire decoro al paesaggio a prevalere, grazie all’incentivo del Comune l’obiettivo sarà (forse) realizzato al meglio.
[PH. Roberto Marini / Studio Virginia]