
Ecomafie 2015. Report allarmante diffuso da Legambiente
Il mondo criminale e i guadagni legati alle ecomafie continuano a crescere, questo dicono i dati relativi al 2014.
Anche quest’anno Legambiente ha pubblicato – con l’ausilio di Marotta e Cafiero editori – un volume dedicato alle Ecomafie. Il numero di reati compiuti nel Belpaese è arrivato a sfiorare quota 30.000 – il dato preciso dice 29.293 reati – con un profitto per i delinquenti di oltre 22 miliardi di euro, in crescita del 47% rispetto allo scorso anno.
L’analisi di Legambiente non si limita soltanto ai settori che seguiamo con costanza – cementificazione abusiva e reati legati all’ambiente – ma si occupa anche di tutto quello che può riguardare natura, animali e, in aggiunta, anche del settore agroalimentare.
La regione che detiene il non invidiabile primato di crimini legati all’ambiente è la Puglia, dove si compiono oltre il 15% del totale dei reati. Sul podio salgono anche la Sicilia (13%) e la Campania (12.7%). Le regioni più virtuose sono la Val d’Aosta (0.2%), il Molise (1.3%) che però sono favorite anche dalla loro piccola dimensione. Terzo il Trentino, con solo l’1.4% di reati commessi.
Se andiamo ad analizzare il settore che interessa di più a noi – quello dell’abusivismo edilizio – scopriamo però che la maglia nera è sulle spalle della Campania (14.%), seguita da Calabria e Puglia. Spiace constatare che in queste quattro regioni avvengono circa il 47% del totale dei reati basati sulla cementificazione indiscriminata.
Nonostante le battaglie di Legambiente, polizia e guardia di finanza, sono state accertate oltre 18.000 costruzioni abusive in più, ossia circa il 16% del totale di quelle edificate.
Il volume Ecomafie 2015 è stato redatto grazie alla preziosa collaborazione con le forze dell’ordine. Acquistandolo si avrà diritto anche a un DVD multimediale con alcuni videoreportage girati il collaborazione con la International Filming Organization e altri contenuti extra.
Per avere ulteriori informazioni aggiornate sulla lotta alle Ecomafie potete consultare il sito www.noecomafia.it.