
Lo Sport Hotel di Giò Ponti. La cattedrale nel deserto bianco delle Dolomiti
Un libro ha recentemente riportato la luce su un progetto di Giò Ponti, lo Sport Hotel al Cevedale, in Val Martello.
Giò Ponti è uno dei maggiori architetti e designer che la storia italiana abbia avuto. Durante la sua lunga carriera il progetto dello Sport Hotel della Val Martello potrebbe essere considerato un errore, qualcuno addirittura giunge ad additarlo come ecomostro.
Lo Sport Hotel in Val Martello è un albergo che è sorto, fra un complesso di cime, a quota 2160 metri. Progettato da Giò Ponti con l’aiuto degli ingegneri Soncini e Fornaroli, fu edificato nel 1936 come simbolo della gloriosa epopea fascista. Già nel 1943 però fu occupato dai tedeschi – utilizzato come centro di spionaggio fino al termine della guerra – per poi chiudere i battenti già nel 1946. Un paio di imprenditori veneti provarono a rianimarne le sorti, fallendo a più riprese.
Quello che oggi rimane dello Sport Hotel della Val Martello – chiuso ormai da cinquant’anni – è una struttura imperiosa che vigila sulla vallata. Proprio questa sagoma ha suscitato la curiosità di Luciano Bolzoni, docente e studioso di architettura alpina. Gli studi dell’architetto sono stati pubblicati nel libro “Destinazione Paradiso – Lo Sport Hotel della Val Martello di Gio Ponti”, edito da Alpes Editore.
Nel libro si analizza nel dettaglio il lavoro di Gio Ponti e la storia di un albergo che non ha mai avuto fortuna, nonostante la posizione e un progetto per larghi tratti rivoluzionario, soprattutto se si pensa che è stato concepito attorno agli anni trenta del secolo scorso.
Quello che lo scrittore vede come un “capolavoro di architettura”, a molti potrebbe sembrare solo l’ennesimo ecomostro che deturpa il nostro paesaggio. Fiero e ustero, lo Sport Hotel domina la vallata e attende il suo destino, silente. Le ruspe arriveranno. Prima o poi.