
DPI. Il caschetto… perché lo metto? Informativa per i lavoratori in ambito EXPO
Anche nei cantieri dell’EXPO viene fatta prevenzione. A volte basta solo un semplice annuncio e un opuscolo.
A tutti i lavoratori dell‘EXPO è stato distribuito un simpatico opuscolo che parla di Dispositivi di Protezione Individuale e della protezione della testa.
Il flyer dal divertente nome “Il caschetto… perché lo metto?” in realtà ha poco di ilare. Contribuisce a fare prevenzione e a sfatare qualche mito sull’uso del casco protettivo. L’opuscolo risponde a tre delle principali perplessità per cui i lavoratori tendono a toglersi il casco.
“Fa caldo e mi fa sudare”.
In realtà oggi si vendono caschi con appositi fori di ventilazione per l’aria e proteggono anche da sole e caldo eccessivo. Per il troppo sudore si può utilizzare una bandana assorbente.
“Fa freddo e mi fa gelare”.
Esistono speciali sottocaschi in tessuto termico per ovviare a questo problema.
“Scomodo e fastidioso”.
Per questo non c’è una reale soluzione, se non quella di sistemare bene l’imbottitura e di avere la pazienza di abituarsi al peso del casco.
“Se mi piego mi cade”.
Ovviamente perché on è regolato correttamente o, peggio, perché non è allacciato.
L’opuscolo si chiude con tre semplici consigli, che però potrebbero salvarvi la vita:
– tenere il casco ben saldo, allacciando anche la fibbia sotto la gola
– verificarne l’integrità quotidianamente
– pulirlo rispettando le norme del costruttore, lavando regolarmente la fascia antisudore.
Ricordatevi che un semplice bullone che cade da un altezza di cinque piani ha la stessa proprietà di perforazione di un proiettile.
Lavorate in sicurezza. Sempre.