
Condono e abusivismo nella capitale. Migliaia di pratiche ancora inevase
In un articolo de La Repubblica si analizza la situazione di Roma, tra abusi e condoni. Numeri che mettono i brividi.
209.246. Duecentonovemiladuecentoquarantasei. Scritto in lettere fa ancora più impressione. Volete sapere cosa è questo numero? La somma totale di tutte le pratiche inevase per quanto riguarda le richieste di sanatoria di abusi edilizi nel Comune di Roma.
Se siete rimasti allibiti, ora vi diamo un secondo numero: 11.000. Circa. Questa è la somma delle pratiche evase, quelle su cui il Comune ha dato l’assenso o dichiarato l’inammissibilità della domanda, nel solo 2014. Non perdete tempo a fare un conto, altri lo hanno già fatto per voi: per smaltire tutto quel mucchio di richieste ci vorranno altri vent’anni. Fino al 2036, per essere precisi.
Le pratiche accumulate arrivano dai tre condoni edilizi, partendo dal 1983, passando a quello del 1995 e chiudendo con quello del 2003.
La digitalizzazione ha velocizzato l’Iter, le raccomandate sono state sostituite dalla Pec, risparmiando quasi 150.000 euro l’anno, e grazie al Sicer si può capire il livello di lavorazione della propria pratica.
Aumento degli istruttori e digitalizzazione dei documenti cartacei sono, secondo l’Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, il segreto che permetterà di sbrigare quell’immane lavoro nel tempo più rapido possibile.
La speranza è che la stagione dei furbetti, degli abusi e soprattutto dei condoni sia chiusa per sempre. Anche se, solo dalle pratiche del 2014, il Comune di Roma ha incassato 19 milioni di euro.