Abusivismo edilizio

Sicilia, firmato il protocollo per la demolizione di oltre duemila edifici

Ancora belle notizie contro abusi edilizi e costruzioni pericolanti: diversi comuni siciliani firmano un protocollo per facilitare le demolizioni.

Il comune di Palermo e il comune di Bagheria si sono messi in prima fila contro l’abusivismo. Nel capoluogo siciliano il sindaco, Leoluca Orlando, ha annunciato – in data 12 dicembre 2014 – la firma di un protocollo sulle demolizioni firmato anche dal Procuratore Leonardo Agueci. Lo scopo di questa iniziativa è quella di sveltire le procedure burocratiche relative alla demolizione di edifici abusivi.
 

L’obiettivo del protocollo è ovviamente quello di demolire – ha dichiarato il vice sindaco di Palermo Emilio Arcurima anche di innescare un effetto deterrente verso coloro che vogliono costruire illegalmente o che, avendolo già fatto, saranno spinti a demolire quanto costruito.
 

Leoluca Orlando

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando

Il protocollo rappresenta un ulteriore tassello della collaborazione fra istituzioni, mirato alla tutela della legalità e alla repressione di comportamenti che sono pericolosi per il territorio e per l’incolumità dei cittadini.” ha dichiarato il sindaco palermitano Leoluca Orlando.
 

Oltre al capoluogo siciliano, anche la città di Bagheria – seconda città più grande della provincia, con oltre cinquantamila abitanti – ha firmato un protocollo simile, firmato con lo stesso Procuratore. La situazione della cittadina sicula è particolarmente grave, con circa 900 edifici abusivi considerati “non sanabili”, quindi da abbattere. A Palermo la stima è addirittura maggiore: secondo il giornale “La voce di Bagheria” sarebbero circa 1300 gli edifici da abbattere, di cui oltre 200 considerati pericolanti.
 

Se alle buone intenzioni corrispondessero anche i fatti, questa sarebbe la campagna di demolizioni più imponente della storia italiana. Le premesse sono comunque positive, come dimostra questo video tratto da Repubblica.it
 

Noi attendiamo fiduciosi.
 

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