La Regione Puglia si attiva contro i i comuni del Gargano che non portano a termine le ordinanze di demolizione degli edifici abusivi. Molto zelo, scopriamone i motivi.
Il giorno di Santo Stefano – in leggero ritardo sul Natale, ma non ci formalizziamo – il giornale on line “L’immediato” ha postato una ottima notizia, una dura presa di posizione della vice presidente Angela Barbanente contro l’abusivismo edilizio.
Secondo la signora Barbanente – che è anche Assessore alla qualità del territorio – se le amministrazioni locali non attueranno i decreti di demolizione si attiveranno i poteri sostituitivi che procederanno a eseguire le ordinanze. Tutto questo basato sulla Legge Regionale 15 del 2012.
Il piano della Regione Puglia è quello di monitorare meglio il territorio e colpire dove il rischio idrogeologico è più elevato, erogando ai comuni i fondi necessari per eseguire i lavori. Dopo aver contattato alcuni comuni, e non aver ricevuto risposte soddisfacenti – in alcuni casi non aver ricevuto risposta e stop – la Regione è passata alle maniere forti, nominando due commissari ad acta per i quattro Comuni interessati – Cagnano Varano, Mattinata, Peschici e Vieste – i quali svolgeranno tutte le attività amministrative finalizzate all’esecuzione delle demolizioni delle opere abusive”.
Vien quasi da sorridere al pensiero che ci si focalizzi su qualche immobile e un capannone quando, a Lesina, c’è un intero villaggio abusivo. I dati dicono, ma si tenga conto anche della conformazione geografica, che nel 2012 la Puglia era la seconda regione italiana per numero di abusi edilizi e che, nel 2013, solo il 5% delle ordinanze di demolizione è stato portato a termine nelle province del Gargano.
In tutta questa inefficienza, l’abbattimento dell’ecomostro di Ostuni è stato un caso sostanzialmente isolato. Non si può fare a meno di chiedersi da dove venga tutta questa improvvisa solerzia. Forse l’arrivo delle elezioni regionali in primavera ha dato una piccola spintarella. Forse.