
Addio all’ecomostro di Alimuri, finalmente libera la costa partenopea
Sessant’anni di brutture spazzate via in soli dodici secondi. Ecco la meritata fine dell’Ecomostro di Alimuri.
Non potevamo non parlare oggi della notizia del giorno: ieri è stato abbattuto l’ecomostro di Alimuri. Finalmente, dopo cinquant’anni di battaglie e a sessant’anni dalla prima pietra posata, Alimuri è di nuovo libera.
Ad assistere allo spettacolo – da una nave messa a disposizione della Snav – oltre duecentocinquanta persone – tra vip e giornalisti – più un gruppetto di cittadini, alcune classi scolastiche e una cinquantina di barche al largo della costa.
”La giornata di oggi – ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in un messaggio inviato al Comune di Vico Equense (Napoli) – possa servire a dare un segnale chiaro ai cittadini: e cioè che la tutela del nostro territorio è e sarà priorità delle amministrazioni locali e del Governo nazionale”.
Il progetto del mega albergo di Alimuri era nato nel 1964, approfittando della mancanza del vincolo paesaggistico. I lavori erano stati quasi subito fermati, quando divenne evidente il fatto che si stava costruendo una cattedrale nel deserto. O meglio, su una meravigliosa spiaggia.
Dopo corsi e ricorsi, alla Sica s.r.l., proprietaria dell’ormai ex scheletro, rimarranno solo i 320.000 euro da pagare per i lavori di abbattimento e l’obbligo di sgomberate tutto entro un paio di mesi, effettuando la bonifica provvisoria e mettendo l’area in sicurezza.
60 kg di esplosivo hanno cancellato 18.000 metri cubi di cemento in dodici secondi.
Finalmente.