Ci siamo già occupati delle demolizioni nella città eterna. Oggi parliamo di qualcosa che non esiste più, la Spina di Borgo.
Tra i monumenti che lasciano senza fiato, sicuramente Piazza San Pietro – e la relativa Basilica – occupano un posto di primo piano. La maestosità di questa piazza prendeva ancora più valore perchè appariva quasi come una visione, un monumento imponente, a tutte le persone che uscivano dalla Spina di Borgo, che altro non era che un intricato sentiero di piccole vie che collegavano Piazza San Pietro a Piazza del Plebiscito.
Come mai la Spina di borgo è stata abbattuta, con tutto il suo carico di storia e di edifici seicenteschi, alcuni a firma del Bernini? Bisogna risalire ai problemi che il neo nato Stato Italiano e la Chiesa Cattolica ebbero, sin dalla fondazione del primo. Con l’avvento del fascismo, l’Italia aumentò le concessioni al Vaticano. Nel 1923 venne introdotto l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole – e il crocefisso appeso – e nel 1929 l’ascia di guerra fu definitivamente sotterrata grazie ai Patti Lateranensi – 11 febbraio – che prendono il nome dal Palazzo di San Giovanni in Laterano, il luogo dove il Duce li siglò.
Per festeggiare questi accordi Benito Mussolini decise di dedicarvi una via a imperitura memoria, l’attuale Via della Conciliazione. Nel 1936 venne affidato il progetto agli architetti Piacentini e Spaccarelli ma solo nel 1950 – anche a causa della Seconda Guerra Mondiale – questa via venne inaugurata. Proprio il Duce – con l’approvazione di Papa Pio XI – sancì la demolizione della meravigliosa Spina di Borgo, addirittura dando personalmente la prima picconata dei lavori.
Assieme alla Spina di Borgo vennero abbattute anche alcune chiese, tra cui San Giacomo a Scossacavalli e Sant’Angelo ai Corridori.
Nel video sottostante – tratto dal sito di Repubblica.it – si parla proprio della nascita di Via della Conciliazione.
Oggi, da Piazza del Plebiscito, la Basilica di San Pietro si vede in tutta la sua maestosità. La magia e gli edifici della Spina di Borgo sono ormai solo un vecchio ricordo, l’ennesimo sacrificio italiano allo Stato Vaticano.