
Amianto nelle favelas, rischio contaminazione per gli abitanti del Brasile?
Le demolizioni vanno fatte con criterio e smaltendo i materiali pericolosi. Questo, in Brasile, non sta accadendo.
Spesso abbiamo puntato il nostro mirino contro gli eventi sportivi: dovrebbero risollevare l’economia di una nazione e renderne felici gli abitanti ma si trasformano in un ammasso inutilizzato di edifici ed ecomostri, vedi i Giochi Olimpici di Sochi, o in sgomberi e demolizioni forzate, come sta accadendo in Brasile.
Purtroppo, come denunciato in un video de Il fatto quotidiano, in Brasile il problema non è solo la demolizione forzata degli edifici – fatto che ha creato decine di migliaia di senzatetto – ma anche lo smaltimento dei materiali con cui questi edifici erano costruiti. La parola che fa tremare è sempre la solita… amianto!
Stupiti? Allora vi do una notizia ancora più assurda, che spiega in maniera esaustiva come mai non sia stato organizzato un servizio di smaltimento adeguato a tutto quell’amianto. L’amianto in Brasile – ma anche in Cina, Russia, India… – è perfettamente legale! Tu, costruttore infame, puoi tranquillamente costruire le abitazioni e le vasche dell’acqua degli abitanti più poveri con un materiale che si è rivelato cancerogeno ed è costato la vita a numerose persone.
Tutte le case delle favelas vicino ai grandi impianti sportivi sono state demolite con la scusa del rischio idrogeologico. Sappiamo bene che la pericolosità dell’amianto risiede nella polvere che si crea quando la lastra si rompe. Sappiamo bene che l’amianto è causa di patologie gravissime come tumore della pleura o carcinomi polmonari. Segnatevi queste date: dal 1930 l’amianto è stato dichiarato pericoloso, a seguito di studi approfonditi. In Inghilterra. Dal 1943 sono state correlati amianto e una determinata tipologia di tumore, con rimborsi per i lavoratori. In Germania. Dal 1992 la lavorazione e la vendita dell’amianto è stata dichiarata illegale. In Italia.
Brasile 2014. L’area dello stadio e della zona universitaria è contaminata da polveri di amianto, smaltite senza nessuna precauzione. Li chiamano paesi in via di sviluppo ma, mai come oggi, quella via sembra molto, molto lunga.