
A Cogoleto stanno per demolire definitivamente il ricordo della Stoppani.
Non basterà una demolizione a chiudere un secolo di inquinamento.
Luigi Stoppani, nel milanese, è conosciuto come “cavaliere”. Un importante industriale. In Liguria, in particolare a Cogoledo, Luigi Stoppani e la sua azienda chimica non hanno la stessa bella nomea, visto che per anni hanno prodotto composti di cromo, principalmente esavalente. Cromati, bicromati, acidi e solfati.
Il frutto di cento anni di attività della Stoppani a Cogoledo sono aria e suolo inquinati, animali contaminati col cromo, zinco nella discarica in località Molinetto e polveri nell’atmosfera.
Il cromo esavalente è un elemento altamente cancerogeno per tutti gli esseri viventi, esseri umani compresi, e può portare a tumori dell’apparato nasale e respiratorio. Dal 1° luglio 2006 – grazie alla direttiva della Comunità Europea 2002/95/CE – il cromo esavalente è vietato nei rivestimenti anticorrosione. La Stoppani aveva però già chiuso i cancelli da tre anni.
Si è tornato a parlare della Stoppani perché i lavori di demolizione dello stabilimento sono ripresi, dopo quattro anni di sosta forzata a causa della mancanza di fondi pubblici. La strada è stata bloccata per giorni, da martedì due a venerdì 5 settembre. Il magazzino, dove venivano accatastati gli acidi cromici e i salcromi, uno degli ambienti più inquinati, è stato demolito. Per sicurezza tutti gli operai indossavano tute e maschere, e quattro cannoni hanno bagnato a ciclo continuo i lavori, evitando ulteriore dispersione di polveri. Le stesse polveri che i comuni cittadini hanno respirato in tutta tranquillità per oltre un secolo.
Rileggendo la storia di questa azienda non si può non inorridire. Fin dal 1977 si è cercato di fermare questo scempio, colluso con le amministrazioni compiacenti. Nel 1985, dopo anni di proteste, si è scoperto un inquinamento da cromo superiore di 13 volte alla soglia ammessa.
Ma quanto vale la vita di un uomo? Secondo 17 famiglie, che nel 1989 ritirarono la causa e accettarono il rimborso, solo 37 milioni. Di lire.
Da lì a poco si sarebbe scoperto che, nella zona, i casi di tumore sono più alti di circa il 40% rispetto alla scala nazionale, dati che toccano l’assurdo (+228% per i tumori alla faringe, +108% ai polmoni) in alcune categorie specifiche. Molti degli operai, prima della definitiva chiusura, vennero pensionati in anticipo sfruttando le leggi create appositamente per i lavoratori dell’amianto.
Chi volesse scoprire tutto il marcio, per quanto possibile, dovrebbe leggere l’articolo che riporta tutto in ordine cronografico – e quello che parla di come siano spariti i soldi per gli eventuali risarcimenti.
Lo Stato italiano pagherà 1 miliardo di euro per bonificare l’intera zona. Stoppani non scucirà neanche un euro. Avrà solo sulla coscienza decine di vite umane. Quelle che, nel 1989, valevano 37 milioni l’una.