
Terzo valico. Pro e contro di un’opera dal grande impatto ambientale
Il Terzo valico è un’opera che sta creando molte polemiche in Liguria, tra chi la considera un’inutile spreco di denaro e chi ne vede i futuri benefici.
Proseguono i lavori di demolizione per la costruzione del cosiddetto Terzo valico, la tratta ferroviaria Genova-Arquata che dovrebbe collegare il capoluogo ligure con le grandi città del nord Europa. Disagi, persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa, costi esorbitanti. La domanda che un po’ tutti si fanno è: “ne vale la pena?”
In una dichiarazione del 2012 il presidente dell’Autorità Portuale Merlo sosteneva la bontà del progetto. “Oggi su rotaia viaggia circa il 12% dei container, ma l’obiettivo raggiungere i 30% entro il 2015, una stima potenziale basata sul miglioramento delle strutture del porto.”
Bisogna sottolineare che – dati del 2011 – Genova era il secondo porto italiano per movimentazione container, dietro Gioia Tauro, con un totale di circa 1.850.000 TEUS. Sempre secondo Merlo “grazie a questi lavori potremo arrivare a raddoppiare quel dato entro il 2017.”
I rappresentanti del comitato NO Terzo Valico contestano quei dati, considerando che le tre linee attuali genovesi – da Merlo definite “vecchie e con criticità oggettive” – sono più che sufficienti per gestire una capacità di oltre tre milioni di TEUS. “Il terzo valico è un’opera inutile, oltre che impattante. Per arrivare al recupero dei soldi spesi si dovrebbe movimentare un carico di almeno quattro milioni di TEUS l’anno.”
Le demolizioni intanto proseguono. A Ceranesi si stanno abbattendo due palazzi. Strade chiuse, persone sfrattate da oltre un anno – e indennizzate di 43.000 euro – e disagi a non finire. Contro quest’opera continuano a protestare quelli del Movimento NO Terzo valico, contestando pacificamente dei lavori che, in molti, considerano inutili e dannosi. Senza contare che, negli anni, i costi sono saliti circa de 300%, rispetto a quelli preventivati, raggiungendo un totale di circa 7 miliardi di euro. Secondo alcuni quei soldi sarebbe stato meglio utilizzarli per potenziare le linee esistenti e mettere in sicurezza un territorio che, nell’ultimo periodo, ha creato più di una preoccupazione.