
Il complesso “Le Salzare”, il tipico caso di intrigo edilizio italiano
Quello che ruota attorno al complesso “Le Salzare” è il tipico malaffare italiano, dove nessuno sa nulla e pagano solo gli onesti.
Il complesso “Le Salzare” nasce ad Ardea nei primi anni ’90, con l’idea di costruire una serie di abitazioni che fossero vicine al mare. Sette palazzine, per un totale di circa 250 appartamenti, con ristorante, piscina… un piccolo residence perfetto per passare le vacanze. La posizione fa gola a molti ma, come al solito, c’è un buco nella sceneggiatura: è stato edificato in una zona considerata archeologicamente importante, uno scalo merci fondamentale nell’antichità.
Teoricamente in una zona simile non si potrebbe costruire ma, a causa di mancate comunicazioni tra il comune di Ardea e il Ministero dei Beni Culturali i permessi sono stati assegnati. Una volta scoperto il grossolano errore la soluzione migliore che si è trovata è quella di confiscare l’intero consorzio, infischiandosene del fatto che alcuni appartamenti erano già stati acquistati e altri affittati.
L’ovvia reazione dei residenti ha dato il via a una serie di controversie legali, mentre il complesso “Le Salzare” e l’intera zona si degradavano sempre di più. Agli onesti cittadini, che avevano a suo tempo acquistato l’abitazione, si erano uniti vagabondi e abusivi, che occupavano illegalmente gli appartamenti sfitti. Ben presto la zona che un tempo doveva essere residenziale si è trasformata in un territorio degradato, alla mercé di manigoldi e spacciatori, come dimostra questo video pubblicato a novembre 2012.
Il comune di Ardea ha ottenuto la custodia degli immobili nel 2009 e nel 2012 ha notificato l’esproprio della palazzina A il 4 marzo 2012, demolendola parzialmente solo due settimane dopo. I lavori sono proseguiti nonostante il clima fosse diventato sempre più rovente. A farne le spese sono state le autovetture del sindaco De Fiori e del giornalista Centore, bruciate da ignoti.
In data 1 luglio 2013 il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di cinquantotto residenti contro la demolizione del complesso e nello stesso mese sono state abbattute anche le palazzine B e C, sgomberate sotto la supervisione di oltre duecento carabinieri.
Secondo il sindaco De Fiori, “l’abbattimento dell’ecomostro rappresenta il riscatto di una città che vuole crescere e vedere affermare sempre di più il rispetto delle regole”.
Il problema sarà trovare una collocazione alle persone che, legittimamente, vivevano in quelle case, acquistate con soldi e sacrifici. Cittadini onesti che sono vittime di errori e orrori burocratici e ora si ritrovano senza un tetto sulla testa. Gli stessi che, assieme a molti altri, si sono ritrovati in una fiaccolata a favore della legalità il 15 novembre. Una fiaccolata di speranza per chiedere aiuto contro il degrado del territorio.