
Dopo la chiusura di agosto, rischio demolizione per via dei Fori Imperiali
Politica e arte si mischiano a Roma. Via dei Fori Imperiali sarà demolita definitivamente? Lo scenario potrebbe essere proprio questo.
La rivoluzione di Roma parte da Via dei Fori Imperiali. Dopo averla chiusa al traffico degli automezzi dal 3 agosto – oggi possono passare solo autobus, taxi e veicoli con certificazione per invalidi – ora la giunta del sindaco di centrosinistra Ignazio Marino sta pensando di demolire del tutto la strada voluta dal Duce Benito Mussolini.
Durante il ventennio, inaugurata il 28 ottobre 1932, fu proprio il partito fascista a creare questa gigantesca strada – che collega il Colosseo a Piazza Venezia – su cui, sino a pochi mesi fa, transitavano migliaia di autoveicoli al giorno. Via dei Fori Imperiali , inizialmente nominata Via dell’Impero, avrebbe simboleggiato il ritorno della grandezza italiana. Il fatto che sia stata costruita sfollando migliaia di persone e distruggendo un preziosissimo campionario di reperti storici poco importava. I lavori vennero ultimati in brevissimo tempo, isolando di fatto i monumenti per dar loro ancora più lustro.
L’idea di Ignazio Marino è coraggiosa e rivoluzionaria: collegare il Foro Romano al Foro Imperiale, cancellando per sempre Via dei Fori Imperiali. In questa maniera, nel progetto della giunta, Roma avrebbe il più grande parco archeologico al mondo, visto che – con molta probabilità – demolendo la strada si recupereranno altri ruderi che oggi giacciono sepolti.
Un’operazione così massiccia non poteva non scatenare il classico vespaio di polemiche, legato non solo ai problemi di traffico, ma anche a quelli di schieramento politico. Tra l’altro, su iniziativa del professor Giorgio Ciucci, Via dei Fori Imperiali è protetta da vincolo paesaggistico dal 2002. Una commissione di tre esperti, nominata dal Ministro dei Beni Culturali Massimo Brey, dovrà studiare il modo di rimuovere il suddetto vincolo e una seconda commissione di cinque esperti dovrà poi decidere come ristrutturare la zona e quali parti demolire.
“Si al parco archeologico, no a quello ideologico” la dichiarazione di Federico Mollicone – Fratelli d’Italia – che chiede il rispetto del vincolo sugli anni trenta e la tutela della vita degli abitanti del rione. Anche Marco Veloccia – presidente del comitato via Labicana e Celio – è contrario a questa operazione “inutile e di facciata.” I negozianti della zona lamentano un drammatico calo delle vendite, da quando la strada è stata chiusa al traffico, e questo non è un problema secondario per un paese già in crisi.
Per il momento il progetto del parco archeologico è solo sulla carta, anche se il sindaco Marino sembra molto deciso a riguardo. Voi che ne pensate?