
La faida fiorentina attorno alla demolizione della piscina Rari Nantes
La Rari Nantes non si tocca. I fiorentini sanno bene quello di cui si sta parlando, tutti gli altri possono leggerlo con calma.
A Firenze c’è una società che ha in bacheca oltre ottanta titoli nazionali, nove scudetti e non è mai retrocessa dalla serie A. Se state pensando alla Fiorentina Calcio vi state sbagliando, stiamo parlando della Rari Nantes Florentia, storica società che dal 1904 a oggi si è ritagliata uno spazio nella storia del nuoto e della pallanuoto nazionale.
La casa storica della Rari Nantes è nell’omonima struttura sportiva, sita sulla riva sinistra dell’Arno, sul Lungarno Ferrucci 24. Attorno alla demolizione della sede è partita una faida a Firenze da far sembrare la disfida tra Guelfi e Ghibellini una amichevole calcistica di metà agosto. Dopo anni di polemiche ai primi di luglio del 2013 è arrivata la sentenza capitale sulla piscina, edificio storico costruito in una zona della città un tempo marginale. Nata come modesta struttura in legno si è trasformata negli anni in una sede modernista grazie all’esponenziale aumento di soci e atleti che ha permesso l’allargamento delle strutture e la costruzione di una piscina sin dagli anni ’60. I motivi della demolizione sono da ricercarsi nei rischio idraulico in aree demaniali in caso di eventuali piene dell’Arno.
A gennaio la polizia aveva messo i sigilli, chiudendo la storica piscina. Dopo un lungo braccio di ferro la società era riuscita a farli togliere e a riprendere le attività sportive. Almeno fino al 4 luglio 2013 quando – con una ordinanza della Procuda della Repubblica – ne è stato decretato l’abbattimento entro il 16 settembre. Come comprensibile la scelta ha generato un vespaio cittadino al grido de “La Rari Nantes non si tocca”, cavalcato dai partiti all’opposizione.
“Assurdo pensare di demolire un pezzo della storia sportiva e sociale della città di Firenze” ha dichiarato il capogruppo dell’IDV Giovanni Fittante. Il consigliere regionale della Lega Nord ha chiesto spiegazioni, citando eventuali studi che dimostrerebbero la non pericolosità della piscina in caso di piena dell’Arno. Fino a qui nulla di sorprendente, se non fosse che anche il PD cittadino si è schierato contro questa scelta, creando una faida interna che non accenna a placarsi.
Queste dichiarazioni al veleno hanno scatenato l’ovvia reazione del presidente della Provincia di Firenze -anche lui del Partito Democratico – Andrea Barducci, che ha risposto con veemenza. “Trovo la situazione paradossale: prima la Procura della Repubblica mi notifica un avviso di garanzia perché finora la Provincia non aveva fatto demolire la piscina della Rari Nantes, e appena la Provincia si muove nel rispetto della legge, alcuni rappresentanti del Comune di Firenze mi attaccano in modo così pesante. Credo di poter comprendere tanto imbarazzo da parte loro, che finora non hanno mosso un dito per tentare di risolvere una questione che addirittura si trascinava da anni, e ora si svegliano all’improvviso attaccando proprio coloro che rispettano la legge.”
Barducci ha fatto poi un appello di pacatezza ai suoi concittadini. “Sono convinto che i dirigenti della Rari Nantes, che tanto hanno fatto per lo sport fiorentino, sapranno prendere le distanze da quanti agitano la piazza a solo scopo propagandistico, promettendo sempre magiche soluzioni al problema che poi puntualmente non arrivano, mettendo così nei guai quanti hanno creduto finora nella loro false promesse.” La risposta dei soci non è stata altrettanto pacata, minacciando di incatenarsi alla storica sede in caso di abbattimento.
Essendo in Italia, tutto questo pasticcio ha portato alla solita conclusione a tarallucci e vino. Nella prima fase dei lavori – su proposta del comune – le demolizioni toccheranno solo parte della struttura e, per il momento, non sfioreranno la storica piscina. Il Comune rimuoverà parte delle strutture mentre la Provincia si adopererà per risistemare e pulire gli argini dell’Arno di fronte alla Rari Nantes. Il Comune si impegnerà anche nella ricollocazione delle attività sportive in un’altra zona cittadina e la società potrà utilizzare ancora per quattro anni – o fino alla ricollocazione – le strutture che non saranno oggetto di demolizione.”
Tutto risolto? Manco per idea. Ricordate i famosi soci che, secondo Barducci, avrebbero dovuto accogliere con garbo e gioia il provvedimento? Ecco, hanno fatto ricorso al TAR di Firenze ottenendo la sospensiva della demolizione fino a marzo 2014. Sei mesi di silenzio in attesa di una soluzione che si sarebbe dovuta trovare nel lontano 1998.