
Addio alla ciminiera della ex Sacelit Italcementi di Senigallia. Verrà abbattuta
Un pezzo di storia di Senigallia verrà abbattuto a breve. Una storia controversa che è fatta di lavoro, sudore e fatica. E acciaio, quello che gran parte dei nostri nonni hanno lavorato nelle grandi acciaierie.
Molte città hanno avuto le loro acciaierie, cattedrali immense che venivano riempite da ex contadini in cerca di un futuro nuovo nei grandi agglomerati. A Senigallia c’era la Sacelit Italcementi, un pezzo di storia della città marchigiana.
Aperta nel 1948 e chiusa nel 1984, l’acciaieria si è segnalata per dare lavoro a centinaia di persone prima e dare la morte a molte di esse poi. Amianto. Vita e morte, insieme. Una ricerca di pochi anni fa ha stabilito che circa l’80% degli ex lavoratori ha subito alterazioni alla pleura, il 65% ai polmoni e il 45% ha riportato danni respiratori gravi. Al momento il tassametro ha portato l’azienda a risarcire gli ex dipendenti con quasi dieci milioni di euro. Oggi il terreno sembrerebbe bonificato, anche se per anni nel territorio si è sempre percepito un velo di omertà, spesso denunciato dalla Associazione ALA – Associazione Lotta all’Amianto – e dal suo coraggioso presidente ed ex dipendente Sacelit Carlo Montanari. Operato di tumore ai polmoni ma miracolosamente vivo. Un sopravvissuto.
Attorno ai progetti della ristrutturazione dell’area si sono scatenate diverse opinioni, soprattutto riguardo alla ex ciminiera. A fine luglio 2009 un comunicato del comune la definiva “un simbolo di riconoscimento cittadino e come tale andava preservata e ristrutturata, visto che raccontava un pezzo della storia recente di Senigallia.” Anche la presidente della provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto vedeva la ciminiera come “simbolo di anni difficili che hanno portato un riscatto sociale, di imponenti scioperi e di lotte per i diritti dei lavoratori.” Grottesco… centinaia di persone che hanno lottato strenuamente per ottenere un posto di lavoro che pochi lustri dopo sarebbe stata la firma in calce su un certificato di morte.
Mentre l’architetto Paolo Portoghesi vinceva il bando per il progetto di ristrutturazione dell’area e l’ing. Landi proponeva un’idea per trasformare la ciminiera in una attrattiva turistica, la natura faceva il suo corso. La terra trema nelle Marche. La paura cresce e il comune non può rischiare di mantenere in piedi una struttura giudicata pericolante. Dopo aver intimato all’azienda proprietaria del cantiere – i lavori sono attualmente fermi da più di un anno – di mettere in sicurezza la ciminiera entro il 20 luglio 2013, appello andato inascoltato, si è deciso di avviare la procedura di demolizione: 330.000 euro che il comune spenderà e si farà poi ridare dai proprietari de La Fortezza SRL, società che attualmente verte in una grave crisi finanziaria.
Si chiuderà tra poco un capitolo della storia di Senigallia. A ricordare le lotte e i morti rimarrà solo la scritta sul portale d’ingresso dell’area che vedete come copertina di questo articolo. Per molti dovrebbe sparire anche quella…