
10-01-2006. Il giorno in cui Fregene cancellò il ricordo di Fellini
I ricordi di un tempo passato cancellati per costruire dodici villette. Sembra assurdo, ma questo è quello che è successo il 10 gennaio del 2006.
“Fregene è per me come la Genesi. È a Fregene che sono nato come regista, con “Lo sceicco bianco”, il mio primo film. Oltre “Lo sceicco bianco”, vi ho ambientato il finale di “La Dolce Vita”, gran parte di “Giulietta degli Spiriti”, alcune scene di “La città delle donne”. Ma anche altri miei film li ho concepiti e in parte scritti a Fregene, dove io e Giulietta abbiamo vissuto per molti anni, o hanno come sfondo il mare, che è il mare di Fregene, oltre e più che il mare di Rimini.”
In molti ai tempi, e anche oggi, si chiesero come fosse stato possibile uno scempio di tali dimensioni. Va chiarito che tutto si svolse alla luce del sole e senza nessuna irregolarità, e questa è probabilmente un’ulteriore aggravante. La villa del maestro fu acquistata, dopo la sua morte, dall’amico fraterno Ercole Sega, suo compagno ai tempi del liceo a Rimini. Alla morte di quest’ultimo gli eredi hanno pensato di cedere al fascino della moneta sonante, vendendo la villa al costruttore romano Sandro Pernasi, che ha provveduto a demolirla e a costruirvi al suo posto dodici villette a schiera. Prezzo? Un milione di euro l’una, soldo più soldo meno.
Interrogato sull’argomento, l’allora sindaco Mario Canapini provò a giustificarsi. “Un grosso errore, non ci siamo resi conto che in quella casa ha abitato per oltre vent’anni il Maestro. Purtroppo non figurava nell’elenco dei beni da tutelare. Gli uffici neanche sapevano fosse la casa dove aveva abitato Fellini e del resto il piano regolatore parla chiaro: si può demolire e ricostruire, rispettando i vincoli paesaggistici. Ce ne fossimo accorti prima avremmo chiesto i soldi al Ministero per comprarla e farci un museo. Ora è tardi, ma tuteleremo le altre ville: quella di Moravia e quella di Flaiano.”
Infatti oltre a quella di Fellini, anche le case dello scrittore e dello sceneggiatore erano a rischio abbattimento, con la prima delle due in lizza per trasformarsi in un lotto di mini appartamenti. Dopo oltre sei anni – nel 2012 – il sindaco Canapini ha annullato gli effetti del piano casa, salvando circa trecento edifici storici su cui si potranno solo eseguire opere di manutenzione.
La villa di Fellini, col suo giardino meraviglioso è solo un ricordo, come anche i VIP che popolavano il litorale romano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. A legare oggi il Maestro e la città rimangono solo due km di strada che dal mare porta alle ville dei ricchi. Troppo poco per un amore così intenso.
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